L’opera fotografica di Paolo Roversi da cinquant’anni ad oggi contraddistingue il panorama mondiale della fotografia di Moda.
Studio Luce, il nome dello studio fotografico di Parigi incarna la poetica del grande fotografo, il quale trae la principale fonte di ispirazione dall’essenzialità delle opere del pittore Morandi, dal séntiment de la lumière di Nadar e dal “Libro d’ombra” di Tanizaki.
Nella sua fotografia la narrazione è tra vuoto e pieno, buio e luce, opposti che sono sempre mantenuti su una linea sottile di ambiguità, giocata su contrasti irrisolti. La sua poetica è proprio l’arte della sfumatura, il riuscire a catturare la complessità di quello che ha davanti mantenendone le molteplici sfaccettature.
Non si tratta di una fotografia che semplifica e dà risposte, al contrario è una fotografia che lascia aperte le porte a molteplici interpretazioni e suggestioni.
Nelle sue opere si fondono passato e presente rendendo ogni scatto eterno.
La luce caleidoscopica che sembra colpire in modo casuale i soggetti rappresentati, è l’intenzionale pennellata dell’artista che traccia sfumature di una luce semplice, intensa, morbida, penetrante della sua memoria, frutto di echi e risonanze dell’infanzia trascorsa nella sua Ravenna.
La fascinazione della linea sottile tra reale ed immaginato, è la linea di luce che separa il cielo dal mare e apre spazi ed orizzonti alla forza creativa dell’opera di Roversi.